Nessun tempo. Nessun luogo. La comunicazione pubblica italiana all’epoca delle reti

E. Iorio
Nessun tempo. Nessun luogo. La comunicazione pubblica italiana all'epoca delle reti
AUTORI
Prof. Eugenio Iorio
Data
Maggio 2014
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Il rapporto tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini sta vivendo una fase di profondo mutamento: i siti istituzionali non costituiscono più il principale punto di accesso alle informazioni. Sempre più spesso i cittadini cercano sul web la soluzione ai propri problemi, si informano attraverso le proprie reti di relazioni, cercano il dialogo diretto con il proprio interlocutore, sia esso un’azienda o un ente pubblico, all’interno di spazi pensati per una comunicazione a due vie.
La PA italiana è in grado di accogliere queste nuove sfide?

L’Amministrazione Pubblica del nostro Paese è oggetto da decenni di proposte di profondi cambiamenti, ed altri ancora sono prevedibili per il prossimo futuro.

Sotto la spinta delle evoluzioni del sistema economico-sociale e delle pressanti attese dei vari attori sociali che beneficiano dei servizi delle Amministrazioni Pubbliche, evolvono norme, assetti istituzionali, ruoli, competenze ed autonomie amministrative, percorsi curriculari dei dipendenti di qualsiasi livello, organizzazione, contenuti e modi di agire di tutto il sistema pubblico.

Negli oggi “lontani” anni ’90 si avviò una stagione di riforme che iniziò a delineare un nuovo modo di concepire i sistemi di erogazione dei servizi pubblici: l’orientamento alla soddisfazione dei bisogni di cittadini e imprese. Questo cambiamento è tuttora in corso.

Perché il mondo nel quale viviamo, quindi non solo la nostra nazione, assegna al sistema pubblico un ruolo sempre più centrale per lo sviluppo di tutto il Paese.

Non bisogna dimenticarsi che tra i compiti fondamentali delle Amministrazioni Pubbliche, e della PA nel suo complesso, c’è il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, (concetto del quale fino a pochi anni fa non si parlava), e che l’incremento e la competitività del sistema paese si basano sull’efficienza di tutta la PA, locale e centrale, di conseguenza molteplici compiti gravano e graveranno sempre più sulle spalle dei dipendenti pubblici.

Il vantaggio concorrenziale che ha una nazione con un’Amministrazione pubblica efficace ed efficiente è incommensurabile. Vantaggio indispensabile per una delle nazioni più avanzate del mondo, quale l’Italia è.

Solo l’acquisizione di un tale miglioramento ci permetterà di competere con le altre nazioni e di essere a pieno titolo nel futuro sistema paese Europa, diverso dall’attuale sistema paese Italia.

Affinché tutto ciò possa essere realizzato, si dovranno creare le condizioni perché ciò che si definisce sul piano normativo “avvenga davvero”, ossia che le politiche e le norme si trasformino in sistemi organizzativi, tecnologici, professionali integrati e soprattutto in azioni e comportamenti concreti da parte di quote sempre maggiori di persone e strutture delle amministrazioni pubbliche.

Difficilmente si potranno raggiungere gli obiettivi a medio e lungo termine che si sta ponendo l’Italia se non vi saranno dipendenti pubblici con una professionalità alta e specifica per il compito cui sono assegnati, e tra questi, sicuramente, abbiamo la comunicazione.

A prescindere dalle competenze attuali e future la Comunicazione Pubblica ha ed avrà un obiettivo imprescindibile: la trasparenza. Citando Alessandro Rovinetti, chi ha il compito di comunicare per le amministrazioni pubbliche deve coniugare al meglio le tre “c” della comunicazione pubblica: credibilità, chiarezza, continuità.

L’idea, e l’auspicio, è che questo lavoro sia il primo prodotto di un osservatorio periodico dell’Università Suor Orsola Benincasa sulla efficacia ed efficienza della comunicazione tra cittadini ed amministrazioni pubbliche, in un mondo che già è, e sempre più sarà, digitale.

Con l’obiettivo che anche in Italia possa essere, finalmente, considerato sorpassato quel che scriveva Karl Kraus oltre un secolo fa, il 4 ottobre 1906: “Il pubblico è una istituzione creata per dare fastidio alla burocrazia”.

Di Umberto Costantini

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